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Implantoprotesi computer assistita

Implantoprotesi computer assistita

Cos'è limplantoprotesi computer assistita?

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Prima di parlare di implantoprotesi computer assistita, diciamo due parole sulla implantoprotesi convenzionale, come si sà è abbastanza facile durante la vita di tutti noi perdere per diversi e svariati motivi dei denti, questa situazione clinica non è una situazione fisiologica come spesso viene considerata, ma è invece una situazione patologica chiamata appunto "Edentulia", esistono diverse forme cliniche di edentulia che per semplicità possiamo dividere in due forme, Edentulia parziale, ossia pazienti a cui mancano degli elementi dentari ed Edenulia totale pazienti a cui mancano invece tutti gli elementi dentali, quest’ultima può interessare ambedue le arcate o solo un’arcata. Va comunque detto che la mancanza di denti non deve essere considerata come un fenomeno di scarsa importanza, difatti se non si interviene immediatamente con il ripristino della corretta dentatura e occlusione si può incorrere in diverse patologie che possono interessare sia la cavità orale che altre parti del corpo. L’implantoprotesi è quella branca della odontoiatria, il cui obiettivo è appunto la terapia delle edentulie attraverso l’inserimento nelle ossa mascellari di radici dentarie artificiali chiamate "IMPIANTI" ENDOSSEI, sui quali vengono poi cementate od avvitate protesi dentarie preferibilmente fisse. L’implantologia computer assistita si prefigge lo stesso scopo, con la sola ed importante differenza che il clinico utilizza un programma computerizzato che lo aiuta nel posizionare in maniera predicibile e precisa gli impianti nelle ossa mascellari del paziente.

Come funziona?

Per aiutarci nella comprensione del come funziona è bene dividere il trattamento in tre fasi essenziali.

Nella Prima fase, il paziente dedica solo un appuntamento per la presa delle impronte, delle registrazioni intermascellari, ecc. questi dati vengono inviati al laboratorio di fiducia il quale su indicazione del dentista esegue una previsualizzazione del futuro lavoro protesico di cui il paziente necessità, questa fase si effettua costruendo una protesina rimovibile in resina acrilica che porta in sé tutte le informazioni della la futura protesi, questo manufatto prende il nome di "Dima Radiologica" . Costruita la Dima Radiologica, la si consegna al paziente che dopo averla posizionata in cavità orale esegue una TAC del mascellare corrispondente. I file digitali della TAC che contengono le informazioni riguardanti sia l’osso mascellare del paziente che i volumi della futura protesi vengono poi inseriti nel computer del dentista il quale grazie ad un programma computerizzato effettua la pianificazione implantoprotesica stando comodamente seduto di fronte al proprio computer.

Da questo momento prende inizio la Seconda fase: Il programma, trasforma i dati della TAC in immagini tridimensionali dell’ osso mascellare e della futura protesi del paziente. Grazie a questa visualizzazione il clinico può effettuare la pianificazione avendo sempre come riferimento la futura protesi e decidendo volta per volta quanti impianti inserire, dove posizionarli, il diametro, la lunghezza, ecc, seguendo una filosofia di lavoro chiamata "implantologia protesicamente guidata". Ossia la protesi virtuale guida il clinico nel corretto posizionamento implantare Terminato il lavoro i file della pianificazione vengono inviati via internet all’azienda ideatrice del programma la quale dopo pochi giorni invia al clinico una apparecchio in acrilico chiamato "Dima Chirurgica" per mezzo del quale il clinico può trasferire la pianificazione effettuata al computer nel cavo orale del paziente. Prima che la dima venga utilizzata dal clinico, viene inviata al laboratorio di fiducia e utilizzandola come se fosse un impronta di precisione ricava un modello maestro per mezzo del quale l’odontotecnico sempre dietro indicazione del dentista trasforma la previsualizzazzione fatta in precedenza in protesi fissa provvisoria, questo significa che il clinico possiede già la protesi provvisoria fissa del paziente, prima ancora di posizionare gli impianti. Ultimata questa seconda fase, tutto il necessario viene infine inviato al dentista e da questo momento prende inizio la terza ed ultima fase del trattamento.

Previa anestesia si posiziona nella bocca del paziente la Dima chirurgica che viene bloccata al mascellare attraverso dei pin di ancoraggio, fatto questo, attraverso gli anellini in titanio presenti nella dima e corrispondenti ai siti dove andranno gli impianti, si effettua un foro sulla gengiva ed attraverso delle frese calibrate di diametro crescente aventi degli stop, si crea l’alveolo implantare, terminata questa fase infine si avvitano gli impianti che andranno ad ubicarsi precisamente nel punto dove sono stati posizionati durante la pianificazione al computer. Finito l’inserimento di tutti gli impianti, vengono rimossi i pin di ancoraggio e si rimuove della cavità orale la dima chirurgica. Quello che residua, dopo questo semplice e veloce intervento come si può vedere sono dei semplici fori sulla gengiva del paziente. Infine per completare il lavoro si avvita la protesi fissa provvisoria agli impianti appena inseriti (Carico Immediato). Subito dopo, il paziente viene congedato e da questo momento può iniziare a sorridere ed intraprendere la normale vita di relazione.

Vantaggi per i pazienti

I vantaggi per i pazienti possiamo per semplicità riassumerli in tre vantaggi essenziali:

Il primo, ed il più importante, è il ridottissimo trauma che il paziente riceve rispetto al trattamento convenzionale. Difatti il protocollo della implantoprotesi computer assistita, prevede per l’inserimento implantare la tecnica trans-mucosa. La tecnica trans-mucosa non prevede l’incisione e lo scollamento delle gengive, ma come abbiamo visto, l’impianto viene inserito effettuando un piccolo foro. Difatti è proprio questo che riduce notevolmente le manifestazioni post chirurgiche, quindi non vi sarà edema, cioè gonfiore, non si avranno ematomi, cioè lividi ed il decorso post-operatorio sarà più tranquillo, di fatti i pazienti possono tornare già dal giorno dopo alle normali attività lavorative.

Il secondo vantaggio come abbiamo visto è la possibilità di poter posizionare la protesi fissa subito dopo il posizionamento implantare, questa modalità di trattamento viene chiamato "Carico Immediato".

Terzo e non meno importante vantaggio è la riduzione del tempo globale del trattamento, di fatti non incidendo e non scollando le gengive questi guariscono in minor tempo e posizionando immediatamente la protesi questa viene incorporata prima dal paziente, avendo come effetto un notevole riduzione del tempo globale del trattamento.

Va inoltre aggiunto che nei paziente totalmente edentuli, cioè portatori di dentiere è addirittura possibile consegnare subito dopo il posizionamento implantare la protesi fissa definitiva.

Tutti i pazienti possono usufruire di questa nuova metodica?

I pazienti che possono essere trattati con questo protocollo sono molti, però come tutto in medicina prima di poter decidere se un paziente possa essere sottoposto o meno ad un trattamento implantare è necessario effettuare un’accurata anamnesi, un adeguato esame obiettivo ed aiutarsi sempre con esami radiografici per escludere la presenza di controindicazioni al trattamento implantare. Le controindicazione assolute valide per l’implantoprotesi convenzionale sono le stesse per l’implantoprotesi computer assistita. Esistono inoltre dei requisiti essenziali per la computer assistita e questi sono una buona apertura della cavità orale, la presenza di discreta quantità di gengiva aderente, ed ovviamente una adeguata quantità di osso. Comunque la decisione finale spetta sempre al medico dentista.

Vi è differenza di durata nel tempo tra un trattamento effettuato con l’implantoprotesi convenzionale rispetto ad un trattamento effettuato con l’implantoprotesi computer assistita?

No, assolutamente no, se vi è una corretta diagnosi, una corretta indicazione ed un corretto piano di trattamento, la durata nel tempo del lavoro e adeguato. Va inoltre aggiunto che anche in implantoprotesi convenzionale è sempre necessario effettuare una corretta diagnosi, una corretta indicazione ed un corretto piano di trattamento affinché il nostro lavoro implantoprotesico duri nel tempo. Quindi non è la metodica che si utilizza per l’inserimento implantare che può compromettere la durata nel tempo del lavoro, ma è la non osservanza delle regole cliniche-diagnostiche dell’implantoprotesi.

Si sente parlare spesso di rigetto degli impianti, cosa significa?

Il materiale utilizzato per fabbricare gli impianti dentali endossei è il Titanio, questo materiale per capirci è lo stesso utilizzato per le protesi in ortopedia, è un materiale altamente bioinerte e ben tollerato dall’organismo e la sua introduzione nel corpo umano non determina nessuna reazione immunitaria, quindi non ci potrà essere il rigetto. Se un impianto dentale si perde, questo è dovuto ad altri fattori che possono essere riassunti essenzialmente in fattori infettivi e in fattori biomeccanici, ma non di certo al rigetto in senso lato.

BIBLIOGRAFIA

  1. BRosenfeld AL, Mandelaris GA, Tardieu PB. "Prosthetically directed implant placement using computer software to ensure precise placement and predictable prosthetic outcomes. Part 1: diagnostics, imaging, and collaborative accountability." Int J Periodontics Restorative Dent. 2006 Jun;26(3):215-21. ibliografia:
  2. Rosenfeld AL, Mandelaris GA, Tardieu PB. "Prosthetically directed implant placement using computer software to ensure precise placement and predictable prosthetic outcomes. Part 3: stereolithographic drilling guides that do not require bone exposure and the immediate delivery of teeth." Int J Periodontics Restorative Dent. 2006 Oct;26(5):493-9.
  3. Rosenfeld AL, Mandelaris GA, Tardieu PB. "Prosthetically directed implant placement using computer software to ensure precise placement and predictable prosthetic outcomes. Part 2: rapid-prototype medical modeling and stereolithographic drilling guides requiring bone exposure." Int J Periodontics Restorative Dent. 2006 Aug;26(4):347-53.

A cura del Dr. Enrico Deodato

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